Appuntamento al buio

“Preferirei mettermi in salamoia e chiuderla lì” dice Holly. “Ma devo continuare la ricerca”  

 ‘ Questa sera è un favore ad Holly’ (Amy Hempel)

 

Questa sera un uomo sconosciuto l’andrà a prendere a casa per un appuntamento al buio. La giovane donna vorrebbe evitare di uscire con lui, si sente in imbarazzo. Ma lo farà, solo per questa volta. E’ un favore che sta facendo all’amica Holly che ha organizzato l’incontro.

Vivono entrambe in una località vicina all’oceano.  Condividono una casa che stanno ristrutturando a causa di uno smottamento. E, al momento, si sono trasferite in un piccolo appartamento vicino alla spiaggia.

In realtà vivono proprio sulla spiaggia, davanti alla porta di casa hanno la sabbia e l’oceano.

La loro casa è vicino all’aeroporto, in un complesso di appartamenti dove vivono impiegati e membri degli equipaggi. Il posto si chiama Rancho La Brea, ma  ha avuto in sorte la denominazione un po’ colorita di Rancho Libido proprio per la quantità di hostess che lo frequentano. Una delle caratteristiche di questi appartamenti sono i soffitti scintillanti ed il finto stile coloniale.

Holly e l’amica, non lavorano come hostess. Holly  fa la corista e, saltuariamente, incide qualche disco.  Decise di condividere la casa  pensando che ci sarebbe potuta restare da sola quando Holly sarebbe andata in  in tournee. Invece la casa discografica aveva tagliato le spese, e  così Holly restava a casa tutte le sere e durante i suoi giorni liberi.

Lei invece lavora in una agenzia di viaggi che dista un’ora di macchina dalla loro abitazione. Lavora solo 4 giorni a settimana. In realtà voleva  cambiare lavoro ma, come si dice “è meglio di niente”.

La loro quotidianità  è fatta spesso di spesa dal fruttivendolo, di passeggiate in spiaggia, e ricerca di uomini sulle spiagge a nord.  A proposito di uomini, Holly dice spesso che desidererebbe “mettersi in salamoia… ma devo continuare la ricerca.”

Nonostante il piacere di condividere quei luoghi con Holly,  lei non si è mai abituata a vivere sulla spiaggia. Quell’orizzonte sconfinato di acqua, l’oceano, che segna il confine del paese, non le dà quell’energia che vorrebbe. Le sembra che tutto sia sospeso, “…chi vive qui non fa altro che ripetere dovrei, ci proverò, avrei potuto.”

E’ un luogo che ti accoglie, ti avvolge. E a lei resta la sensazione di rimanere a galla.

“Vivendo qui, ti dimentichi che se hai smesso di affondare non vuol dire che non sei più sott’acqua.”

Spesso parlano di uomini. Holly parla spesso del suo ex, lui che, se solo fosse consapevole di come l’ha trattata “si taglierebbe le vene e direbbe addio al mondo.”

Quando  è in città lui  la va anche a trovare, si ritrovano seduti in salotto in silenzio, senza far nulla.

Si conoscono talmente bene che non hanno nulla da dirsi. Holly sostiene che quegli incontri “sono come i tramonti sulla spiaggia: una volta sparito il sole, la sabbia si raffredda velocemente. Allora diventano come tanti momenti, che erano belli dieci minuti fa e adesso non contano più.”

Noi donne, dice l’amica, ci rendiamo conto di chi abbiamo a fianco, ma ignoriamo le nostre sensazioni, le nostre intuizioni, “continuiamo a desiderare che le persone siano diverse.”

Nei loro luoghi invece chi si incontra? La scelta è limitata,  “ci sono due tipi di persone fra cui scegliere: quelli che affondano e quelli che non vanno avanti.”

Tuttavia questa sera lei ha deciso di uscire con lo sconosciuto. Pensa a come andrà, chi si troverà di fronte. In realtà, alla fine non è poi così preoccupata.

L’aiuterà pensare a quando rientrerà a casa, Holly sarà ad aspettarla, berranno due Cobra Kiss con rum e succo di melograno.  E, poi lei spegnerà le luci.

Holly andrà nel suo letto rivolto a est. Mentre lei andrà nel suo, orientato a nord. La direzione verso ovest è quella in cui ti adagiano nella tomba.

Ogni tanto sfogliano delle riviste di viaggi, fantasticano di andar via, sognano nuove vite. Holly puntualmente riporta entrambe alla realtà della loro spiaggia e del loro oceano: “la verità è che la spiaggia è come i chili di troppo. Se li perdessimo, che scusa avremmo?”

In realtà  un paio di anni prima lei ci aveva provato ad andar via, partendo verso est.  Fu un errore.

Durante il trasloco, il camion su cui viaggiava la sua roba uscì di strada e la sua vita si sparse giù per la scogliera. Ci vollero un paio di settimane per recuperare il recuperabile. Lo prese come un presagio, allora. E decise di tornare verso casa.

Ma iniziò a pensare che anche i presagi, a volte, possono essere ignorati.

 

 Colpisce, nel racconto, il clima d’immobilità e d’incertezza in cui  le due donne si muovono.  

L’oceano che sta loro davanti ogni giorno non è un mare da navigare, uno squarcio della natura con la sua potenza, un’apertura di senso e di possibilità.

Invece è vissuto come un confine, un paesaggio da cui sentirsi limitate, una spiaggia dove non accade mai nulla di significativo, un luogo dell’eterno ritorno dell’uguale.

Loro sembrano vivere in un tempo sospeso: sperano in un lavoro diverso, desiderano innamorarsi, vorrebbero un compagno e una vita diversa.

Ma sulla loro spiaggia non succede mai nulla. E loro sono diventate ormai disincantate rispetto al loro futuro. Ma non si sono ancora rassegnate. E si lasciano, comunque, aperte delle possibilità di cambiamento. Sono disposte anche a lasciarsi alle spalle i tristi presagi del loro passato (come accade alla protagonista nel finale).

Ci sono momenti nella vita in cui può essere difficile avere coraggio, momenti in cui ci sentiamo ancorati ad una contingenza. E a dei paesaggi consueti che viviamo come mancanza di possibilità.

In questa esperienza del quotidiano che ci sommerge e ci limita,  ci sentiamo bloccati, privi delle capacità di cambiare, di affrontare quell’enorme mare di possibilità che l’oceano davanti a noi ogni giorno ci offre.

Ed in questa dimensione d’immobilità, di cristallizzazione del tempo e dell’esistenza, a volte accade che “se anche  non abbiamo la sensazione di stare affondando, non vuol dire che non stiamo sott’acqua”.

Tuttavia, a volte, può essere importante considerare l’oceano che ci divide dal mondo non come un confine e un limite ma come una preziosa fonte di possibilità. Un mare da solcare per trovare nuove rotte, attraverso le quali mettersi alla prova e recuperare le proprie risorse personali.

L’immobilità della spiaggia, per quanto rassicurante, ci condannerebbe ad un eterno presente dove non accade mai nulla.

E quale motore può essere più potente della ricerca dell’ Altro, del desiderio di ingaggiarsi in relazioni significative, piuttosto che rimanere immersi nelle nostre vite solitarie e respingenti?

Ma le relazioni sono oggi spesso caratterizzate dalla precarietà, sempre più episodiche, superficiali ed instabili.

Nel continuare a desiderare l’altro diverso da come è, ma soltanto come vorremmo che fosse, non facciamo altro che alimentare spazi di solitudine personale. La difficoltà  delle relazioni rischia di trasformarle in luoghi di immobilità e distanza, dove la possibilità di costruire e condividere si raffredda come la spiaggia al tramonto.

Accettare un appuntamento al buio a volte significa anche mettersi in gioco. E mostrarsi disponibili a quelle aperture di senso che soltanto il futuro, con le sue incognite, le sue incertezze, i suoi pericoli, ma anche il suo oceano di possibilità, può darci.

 

Dr.ssa Paola Uriati

 

 

Condividi l'articolo

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp

Articoli recenti

Blog

L’uomo grasso e la cameriera

Magri, muscolosi, corpi perfetti: sempre più, oggi, la società ci orienta a seguire criteri estetici restrittivi e perfezionistici, fatti di bellezze ideali e modelli ipersalutistici. Ma in questo affannarci cosa o chi stiamo cercando? Dipende dall’adeguarsi a questi criteri se ci sentiamo più desiderati o accettati da parte degli altri? E se non riusciamo ad adeguarci siamo condannati ad una inaccettabile solitudine?

Leggi Tutto »
Blog

Principi e ranocchi: amori idealizzati e solitudini

Gli amori non ‘vissuti’ sono amori sospesi. Amori immaginati, fantasticati, idealizzati. Amori che spesso parlano di solitudini, di mancanze e di assenze.
L’assenza o l’attesa di un partner perché è lontano, impegnato, distante dal nostro mondo, idealizzato o immaginato, per quanto ci faccia soffrire, a volte riempie dei vuoti, spazi interiori inascoltati, proprio perché la nostra attenzione è tutta rivolta verso l’esterno, verso l’altro. Un altro che vive delle nostre fantasie più accese e speranze, la cui immagine però, al primo confronto con la realtà finisce per dissolversi in un mare di delusione.

Leggi Tutto »
Blog

Incontrarsi

Incontrare l’Altro spesso innesca la possibilità di cogliere noi stessi da prospettive e significati diversi da quelli cui il nostro quotidiano ci aveva abituato.
È anche per questo che gli incontri, naturalmente quelli significativi, spesso ci turbano e ci rimandano il senso di poterci destabilizzare. Proprio perché ci costringono, in qualche modo, a confrontarci con il nostro mondo, le nostre credenze, i nostri valori, ma anche con le parti di noi più inconsapevoli e meno coerenti con l’immagine di noi stessi che spesso facciamo fatica a riconoscere, accettare ed esprimere.

Leggi Tutto »
Blog

Una bella bionda

A volte l’alcol si insinua tra le maglie della solitudine, e di frequente dilaga quando perdiamo o ci allontaniamo da punti di riferimento significativi. I suoi effetti, a lungo andare penetrano nell’interiorità, anestetizzano emozioni discrepanti e dolorose, rispondono ad una mancanza. L’alcol colma dei vuoti che non trovano altri contesti di riconoscimento e riempie, con la forza dell’abitudine e della gratificazione immediata, un’esistenza in cerca di nuovi significati.

Leggi Tutto »
Blog

La crescita di un figlio, il tramonto di un genitore

Quando un ragazzo si avventura negli anni dell’adolescenza, vive una vera e propria rivoluzione, certamente la più importante.
Ovviamente, tale cambiamento non può non coinvolgere anche il genitore e la relazione che questi ha con il proprio figlio.
A volte accade che un genitore faccia fatica a lasciar andare e ad accettare l’esigenza di autonomia del figlio, che viene vissuta con un senso di perdita.
Può sentirsi confuso, disorientato, arrabbiato, triste, in colpa… Queste sono solo alcune delle emozioni consuete, che possono variare d’intesità e durata, a seconda della propria storia personale, e del momento di vita che si sta attraversando.

Leggi Tutto »
Blog

Cadaveri in giardino

Ognuno di noi tende a rimanere chiuso in una sorta di corazza, di cui non si accorge per via della routine, con una prospettiva che ha difficoltà ad andare oltre la staccionata del proprio giardino. Sono pochi i momenti che riescono a penetrarla, a darci un’esperienza di noi diversa, in cui ci si chiede “oh, oh…cosa è accaduto?”
Ed è in questi momenti che emergono significati che pensavamo non ci appartenessero, e ci sorprendono e ci fanno riflettere.

Leggi Tutto »
Blog

Tra solitudine ed autoinganno: una fragile armonia

L’autoinganno ci consente una narrazione che riesce a darci una stabilità, mettendo in ombra gli aspetti problematici o dolorosi della nostra esistenza, e gettando luce solo su quello che ci fa piacere raccontarci, evitando le domande scomode che aprirebbero dolorose incrinature sul nostro senso di stabilità personale.

Leggi Tutto »
Blog

“ Il figlio fantasma”

Il figlio ‘fantasma’ rappresenta un figlio ‘diverso’. Un figlio che, secondo i canoni della nostra società, quelle dell’opulenza e del benessere a tutti i costi, rischia sempre di vivere con difficoltà il suo senso di unicità e diversità

Leggi Tutto »
Blog

“Passione semplice”

La passione ci coglie spesso impreparati, sfugge ad ogni ricerca di significato, perché non si spiega, si vive e basta.
La passione non ha tempo e direzioni. Soprattutto la passione nasconde mentre si vive quei significati che l’hanno preceduta.

Leggi Tutto »
Blog

“A chi dirò la mia tristezza?”

Soprattutto in un periodo così pieno d’incertezze, privo di punti di riferimento, è un bene prendersi del tempo per se stessi e per gli altri.
Doniamoci, quindi, ogni giorno, uno spazio per fermarci, per fare spazio alle parole e ai sentimenti dell’altro, anche se a volte sarebbe più comodo evitarli.
Prendiamo il coraggio di cogliere quegli sguardi, e di non temere la paura e la solitudine.

Leggi Tutto »
Blog

Storia di un inizio

Soffrire significa crescere, significa darsi delle opportunità.
Dipende anche e forse principalmente da noi cercare delle vie d’uscita da situazioni che sono ormai finite, che non accettiamo più. Per noi stessi e anche per chi ci stà vicino.

Leggi Tutto »
Blog

Paura d’ invecchiare

Betty ed Odette, due donne, due percorsi personali diversi, ma che hanno un aspetto in comune: il timore d’invecchiare.
“Invecchiare è doloroso e atroce. Significa lasciare svanire, senza poter fare nulla, la soavità della pelle, la sua grana lattea, vederla macchiarsi, diventare flaccida e cadente; rinunciare agli sguardi che un tempo si posavano su di noi durante una passeggiata, sguardi bramosi, spesso affamati, che ci fanno sentire belle e appetitose, e la cui insistenza, la cui volgarità a volte, è una lusinga.”

Leggi Tutto »
Blog

Passione e morte alla roulette

Mrs C. ed il giovane diplomatico, si erano incontrati in un casinò della Costa Azzurra. Non si trovavano in quel luogo casualmente. Entrambi speravano di alleviare, davanti ad un tavolo da gioco – l’uno giocando, l’altra passando del tempo- quei sentimenti di noia, di solitudine, e di vuoto che puntualmente, si presentavano nella loro quotidianità.
Vissuti che, una sera di maggio si incontrano, si osservano, si riconoscono, si rincorrono. Ma sfuggono via ad ogni tentativo di ricerca di intimità. Sfuggono da cosa?

Leggi Tutto »
Blog

Le scelte difficili

E’ inevitabile  fare delle scelte nella vita. Scelte non sempre facili da realizzare, spesso di incerta realizzazione, anche dolorose.
Riflettiamo, dunque, su cosa significa per noi affrontare le situazioni, indipendentemente dalla nostra età.
Si, perché le scelte non hanno un’età, ma sono legate ad un’identità personale, ad una storia di vita, e questa può mutare nel tempo.

Leggi Tutto »
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Torna in alto