Fuggire da sé

‘La tentazione della silenziosa Veronika’ (Robert Musil)

 

Veronika, donna di mezza età, trascorre la sua esistenza in una vecchia casa di campagna, in compagnia dell’anziana zia.
In questo luogo, silenzioso ed apparentemente immobile, la donna, prende coscienza, un giorno, che la sua vita è stata priva di gioia.

Una vita in cui si è progressivamente ritirata in un isolamento esistenziale e sentimentale, inaccessibile all’altro, all’amore.

Il ritorno di Johannes che nutre da sempre, un amore viscerale per Veronika, genera nella donna le stesse sensazioni di paura vissute anni prima.

Veronika rievoca, inaspettatamente, ricordi giovanili colmi di immagini e metafore vivide, emozionanti, accompagnate da sensazioni fisiche coinvolgenti, ma ancora prive di senso, un senso ancora troppo debole per poter prendere forma in qualcosa di più definito.

Metafore in cui la natura si manifesta nella sua semplicità e quotidianità, scenari che rappresentano l’interiorità inquieta e sfuggente di Veronika dalla paura dell’altro e dell’altro di sé.

Riconosce, Veronika, che l’amore per Johannes l’aveva sfiorata da molto tempo. Ma, in quanto sentimento sconosciuto, l’aveva allontanato senza darsi la possibilità di afferrarne il senso, che, forse, era amore.

Veronika “a quel punto capì che quel ricordo improvviso che era sepolto dentro di lei a causa di una grande paura non si era potuto realizzare e da allora si era nascosto e chiuso dentro se stessa, impedendo il passaggio a qualcos’altro che avrebbe potuto farsi avanti, e che perciò ora doveva staccarsi da lei come fosse un corpo estraneo.”

Veronika fugge da se stessa, dal proprio sentire inafferrabile e indefinito.
Si pone domande, ma, contemporaneamente si allontana da quel sentire, perché considerato sconosciuto ed estraneo.

La sua esperienza emotiva è lì, sempre presente. Fluttua, si modifica, si traveste. Talvolta è anche troppo pesante da sopportare. Tutto questo per paura, per la paura di scoprirsi, di conoscersi attraverso l’altro, fino a ripiegarsi sempre più su se stessa in un mondo dove le opportunità si sgretolano all’orizzonte.
Èl’incertezza di un mondo sempre più liqueforme che fa paura? La paura di sbagliare? La paura delle responsabilità? Forse.

La nascita getta l’individuo in un mare di occasioni, mancate o meno. Opportunità che continueranno a presentarsi sempre nel cammino esistenziale di ognuno.

Ciò che fa la differenza non è scegliere una strada piuttosto che un’altra, che per quanto possa essere rassicurante , non lo è mai fino in fondo.

La differenza sta nel dar senso alle opportunità che si incontrano e si scelgono quotidianamente. Muoversi con maggiore consapevolezza non ci protegge dall’ incertezza e dalle paure della vita, ma contribuisce ad una presa in carico di se stessi e degli altri più autentica e generosa.


Dott.ssa Paola Uriati

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